venerdì 16 gennaio 2009

Segui il coniglio bianco....


Mi viene il latte alle ginocchia quando aprendo una rivista che amo, vedi Internazionale, mi imbatto in articoli no comment! Rispetto la testata, perché mi permette di leggere da casa i giornali del mondo tradotti nella mia lingua; mi piace perché è graficamente ben costruita; l'ammiro perché azzarda copertine uniche e rivoluzionarie; la compro perché da alla fotografia il ruolo che le compete: raccontare il mondo e lasciarci senza parole.
Ma confesso che l'articolo "Il miraggio della dolce vita" di Lisa Hilton pubblicato su The Spectator e ripubblicato su Internazionale n. 772 mi ha fatto venire un attacco di bile. Why?
La giornalista inglese scrive: "In Italia si vive male, la stampa è pessima, la tv è inguardabile e regna l'inefficenza".... Non ha tutti i torti, vero? Infatti all'inizio mi sono un pò vergognata del fatto che anche il mondo se ne fosse accorto. Proseguendo nella lettura mi sono accorta però di quanto fosse esasperato e acido il tono in cui la Hilton raccontava dei sui 3 anni trascorsi a Milano. Dulcis in fundo scrive: "Se volete farvi un'idea dell'Italia autentica, leggete Cristo si è fermato ad Eboli di Carlo Levi che vi racconta una cultura meridionale, brutale e primitiva tutt'ora esistente..." e aggiunge Gomorra e il libro Outlet Italia.
OKKKKKKKKKKKkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkk. Va beneeeeeeeeeeeeeeeeee. Siamo un paese che zoppica, sommerso dai casini, che fatica a torvare una soluzione all'empasse che si è venuto a creare nei SECOLI. MA A TUTTO C'è UN LIMITE. Così da buona NAZIONALISTA del cavolo mi sono INCAxxATA!
1 - Partiamo dal titolo: IL MIRAGGIO DELLA DOLCE VITA. Solo una turista ingenua può venire in Italia nel 21 secolo e pensare di vivere la Dolce Vita. E poi? La Dolce Vita?! Possibile che nessuno le abbia spiegato che era puro marketing? Che volevamo i dollari dello zio Sam? Così la Hilton scrive ai suoi lettori inglesi che venire in Italia è una delusione. Non c'è più la Lambretta per le strade e il maschio preferisce guardare alla tv il culo delle brasiliane! Poveri inglesi... Un popolo così avanti. Come faranno a reggere il colpo?!
2. Per farci un'idea dell'Italia dovremmo leggere Cristo si è fermato ad Eboli? Ma che cavolo scrive?! Che per caso si è persa sull'appennino abbruzzese ed è stata raccattata da qualche pastore?
3. Cultura meridionale, brutale e primitiva?! Non nego ci sia un'IItalia così, ma è quella malata della mafia, della violenza, dell'ignoranza. Ma non è tutta l'Italia, e soprattutto da buona terrona che sono mi girano le balle si parli del meridione così. E poi lei non ha vissuto 3 anni a Milano o mi sbaglio?!
4. Raccontare l'Italia vivendo a Milano è un atto di grossa presunzione. L'Italia non è la città meneghina. Tra Milano e il resto del paese c'è un abisso esistenziale. Milano è un brand: una bella modella gnocca, vestita di tutto punto, col capello appena fatto dal parrucchiere, che se la fa con un manager straricco e allampadato con la lopecia, è strafatta di coca e annoiata, se ne frega di ciò che accade nel resto del mondo tanto ce l'ha solo lei e ongi tanto si ricorda di dare la mancia. L'Italia è piena di sfumature, di macro e di micro realtà tanto complesse che nemmeno 100 antropologi riuscirebbero a ridarne un'immagine unitaria. E questa qua? Viene a Milano, fa un giro alle 5 terre, visita qualche città d'arte, si fa spennare dai ristoratori (che fanno bene!), s'accatta la palla con la Madunnina innevata... e azzarda a parlare di ITALIA?
L'assenza di diplomazia della giornalista mette ancora più in evidenza la rabbia di aver perso qualcosa in questo nostro stivalone... Amore, lavoro, sogni? Boh. Ma al suo posto cercherei di scrivere in maniera più obiettiva o rischia di fare "pessima stampa". Inoltre volevo chiedere ai Lord inglesi delle delucidazioni sulla GRANDE cultura BRITISH:
Sbaglio a avete ancora la regina di cuori? La reginaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa?! Si, quella che ama più di tutto cavalli e cani... quella che si ciuccia il vostro stipendio per comprarsi i cappellini... Ok, con questo sono a postobasta mi fermo qua. Grazie.
AH dimenticavo: Se volete farvi un'idea dell'Inghilterra autentica, vi consiglio di leggere Le avventure di ALICE NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE di Lewis Carroll

2 commenti:

Gianluca Bellassai ha detto...

hai toccato un argomento che mi sta a cuore e così commento il tuo post.hai ragione, ma non completamente se mi permetti.c'è da dire che la giornalista è stata 3 anni a milano. un lungo periodo, in cui magari è riuscita a vedere oltre v.montenapoleone e la madunina.perciò si è accorta quanto siamo arretrati.gli inglesi saranno sì degli snob però è anche vero che hanno gente coi dreadlock agli sportelli bancari, poliziotti di colore, stadi e locali 50 anni avanti a noi.mentre noi abbiamo ancora la giacca e cravatta come status-symbol,gli immigrati trattati come bestie e con pochi diritti, le città sporche e gli stadi costruiti nel fascismo. Fatto rimane che, come dici tu, prendere come metro di giudizio Fellini è un po'antiquato e demodè. Una curiosità: qual è la rivista in questione?

rorita ha detto...

Sono d'accordo,
l'Italia è deprimente. Milano ancora di più, soprattutto quando la vivi: ti accorgi che sui giornali col photoshop è più bella ed interssante (si vede che l'editoria è lombarda!!!). Io critico il tono assunto dalla giornalista, l'atteggiamento è quello di una turista e non di una reporter. Anch'io ho vissuto all'estro, in paesi molto più incasinati del nostro, eppure ho sempre vitato di scrivere di stomaco. Le nostre emozioni a volte annebbiano il cervello.
Ogni paese ha la sua storia, a raccontarla dovrebbero essere coloro che la vivono e la subiscono. Perciò, mondo, lascia a noi il diritto di lagnarci (almeno quello!).
Ps. la rivista è "Internazionale".