martedì 9 dicembre 2008

Oh Bej Oh Bej! Dai mamma me li compri gli omini blu?


Non dire sciocchezze AMBROGIO, quelli sono veri e pure incazzati. Prima dobbiamo chiedere a papà poi mandiamo l'indiano a caricarli, ma adesso mangia la frittella o ti do agli abusivi neri!

Se non vedi non credi! Ore 21 di venerdì 5 dicembre. Passeggi lungo il viale alberato davanti alla Triennale ed improvvisamente ti sembra di essere sulla Principal de Las Mercedes a Caracas. Da un lato all'altro della strada ci sono decine tra carabinieri, vigili, finanzieri ed addirittura militari. Ma non eri a Milano? Si, proprio Milano, la città più "emancipata", più "europea" e figa d'Italia. Cosa sarà mai successo?! Un attacco terroristico alla stazione Cadorna? Ti fai avanti con titubanza, perché diamocelo pure: quando incontri molti omini blu scatta il timore di essere fermati anche se non c'hai nulla addosso (come quando vedi un cane polizziotto).
Più avanti, sotto ad un paio di lampioni sono parcheggiate 5 camionette blindate, 6 gazzelle, un autobus della polizia... Ti Tu cammini al centro della strada attraversando i gruppetti armati fino ai denti che ti guardano incazzati.

I marciapiedi sono vuoti, l'asfalto bagnato da un'insidiosa pioggerellina. Fa piuttosto freddo e l'umidità ti sta scavando nelle ossa. Provi a capire cosa stia accadendo quando da un cespuglietto saltano fuori un paio di pancabestia-fricchettoni incappucciati. Sembrava di essere a Genova durante il G8 e come se non bastasse nel mezzo di un prossimo scontro tra bande!

Cerchiamo riparo voltando l'angolo e ci avviamo tra le bancarelle dell'Oh Bej Oh Bej già chiuse (ma non sono solo le 21?. La frittella ce la possiamo scordare (Milano la città da bere, mica da mangiare!). Miei prodi ritiriamo al McDonald.
In piazza Castello ci rapiscono le migliaia di lampadine che sbirluccicano dalla torre. Ci fermiamo ad ammirare lo spettacolo di musica e luci in compagnia di un nutrito gruppo di giovanissimi militari. A questi chiediamo cosa diavolo stesse accadendo.

"Controlliamo la fiera degli Oh Bej Oh Bej" - ci risponde uno pieno di brufoli.

In che senso scusa? "Nel senso che impediamo agli abusivi di occupare gli spazi!"

Tutto l'esercito, Rambo e la CIA per impedire alle bancarelle di vendere le loro cagatine natalizie? No, non ci voglio credere.

Che Milano sia una nuova Gomorra?! a sentire i politici locali pare proprio che la città meneghina disponga di forze armate tutte loro "Dietro gli abusivi c'è la criminalità organizzata. Milano ha l'esercito, usiamolo» ha detto il Pesidente della Provincia, Filippo Penati.
CHE ESAGERATO!!!

Poveri poveri contribuenti... Vedessero come vengono spesi i loro soldi: motori accesi per riscaldare i piedi freddi dei vigili che stanno a controllare la Fiera più importante del mondo. Oh mica si scherza, gli Oh Bej Oh Bej? Roba che se un anno mancassero i milanesi si suiciderebbero, credetemi!

Sant'Ambrogio facci la grazia!

giovedì 4 dicembre 2008

Pacchi, contropacchi e contropaccotti... Natalizi


Feste finite. Forse è meglio così. Le vacanze natalizie fanno male alla salute, del corpo e dell'anima; ci si riempie la vita di cibo e parenti! Sono i giorni della nevrosi collettiva, dell'ansia del rientro e i regali riusciti male. 
Devi stare con i tuoi parenti a pranzo e a cena. Anche chi è lontano torna, e tornano le tensioni mai risolte. Quei rancori vecchi come l'anno che sta per passare. Tutto ci infastidisce, tutto è eccessivo: i baci e gli abbracci, gli auguri (per cosa poi?), il freddo o il caldo, il cibo, il divertimento, lo spumante... 
Finalmente si torna alla normalità, ognuno per la sua strada. Abbiamo litigato abbastanza durante la cena della vigilia di Natale? No! E a quella di Capodanno? Nemmeno! Ebbene, prepariamoci a Pasqua. Eheheh
Scavo tra i ricordi dei Natali che furono e trovo cose belle, altre meno. 
Un anno fa, lavoravo per un'agenzia di stampa. Mi sono sempre chiesta come mai pur presentandomi come giornalista il direttore mi avesse affidato il marketing. Chissà cosa gli frullava nel cervello, fatto sta che accettai di buon grado visto che avevo bisogno di lavorare.


Personaggio davvero insolito, il direttore. Pieno di tic nervosi e tanta forfora in testa. Aveva la faccia di quello che a scuola le prendeva da tutti, quello che si sottomette agli spavaldi, che passa i compiti di matematica e sogna di uccidere tutti, un giorno o l'altro. Pur essendo un giornalista mediocre, era stato baciato dalla fortuna e grazie ad un bel pò di soldi (è proprio il caso di dire piovuti dal cielo) era riuscito a metter su un'agenzia di stampa.
La sua avidità non aveva limiti. Se avesse potuto risparmiare anche l'aria, beh di sicuro lo avrebbe fatto. Passava le giornate in redazione consumando le suole delle scarpe sulla moquette dell'ufficio. Vederlo arrivare in stanza era di una tristezza... La parlantina veloce e le domande invadenti me lo rendevano particolarmente antipatico.

L'agenzia comunque andava piuttosto bene. Nonostante gli sforzi non riuscivo a conquistare i clienti, ma non mi licenziavano piuttosto preferivano lasciarmi in uno stato di totale abbandono: come se non esistessi, come se fossi trasparente. La redazione mi ignorava e il direttore non chiedeva più di me. L'unica amica che avevo era la segretaria, una ragazza bella e dolce che sopportava le mie crisi esistenziali.

Alcune settimane prima del Natale iniziò l'accumulo dei pacchi regalo. Per chi non lo sapesse in quei giorni migliaia di fattorini e pony express schizzano da una parte all'altra della città trasportando decine e decine di pacchi che aziende, enti, privati ecc ecc si scambiano come "pensieri" gentili tra loro. In realtà sono marchette eclatanti, leccate di popi mostruose. Chi le invia fa il figo, chi le riceve non aspetta altro. La redazione dell'agenzia non faceva eccezione.
Salami e olio dalla Regione, caciotte e lenticchie dalla Provincia, dal Comune lo zampone e dalla Camera di Commercio frutta esotica. Eppoi fiumi e fiumi di vino dalla compagnia di energia, dal giornale di destra e quello di sinistra (perché le agenzie sono per la marchetta-parcondicio); e ancora agende, calendari, biscottini, lampade, orologi, dvd, libri di cucina, quadri. Il direttore e i giornalisti si fiondavano al citofono ad ogni GNEEEEEEEE. Firmavano con nochalange e poi, chiusa la porta, si buttavano avidamente sui pacchi.

Taccagni! Che lusso! Anvedi! Che schifo! Che pezzenti! Che buono! Cosa ci faccio? Un altro? Non sempre il dono eli faceva felici. Il direttore, essere spregevole, era il più avido di tutti. Si era portato in ufficio il suo cesto gonfio di leccornie. Imrovvisamente io e la segretaria lo vediamo tornare con un sorriso beffardo e con la generosità di un usuario ci allunga due buste di biscottini. Il mio per lo meno era chiuso, quello della segretaria era, invece, aperto. Eh si, il cafone aveva assaggiato i bocconcini, e visto che non erano di suo gradimento glieli aveva "regalati".
Un giorno che tutti erano a pausa pranzo, la vendetta citofonò e aveva la voce di un fattorino. Una cassa piena di champagne! Io e la segretaria ci guardammo negli occhi. Pochi istanti dopo le bottiglie erano sparite. Fu un Natale con tante, tante bollicine quello lì... Hip, hip, hip

mercoledì 3 dicembre 2008

Ma quant'è grosso sto ICEBERG?

Strana giornata oggi.
Il capo BASTARDO (da oggi lo chiamerò per comodità BOSS, gli dona) ha voluto intimidirmi. Lo so che sembrano le paranoie di una con le manie di persecuzione, ma è così. Ero tranquilla nella mia postazione cercando di trovare delle cartoline natalizie per le prossime feste, quando ho udito delle urla giungere dal suo ufficio. Non è che sia una novità, tutt'altro. Lui se la prende con chiunque gli capiti a tiro, anzi no. Più precisamente se la prende con gli assenti, è molto più elegante, nevvero?
Ora, c'è da dire che la sottoscritta si fa poco i fatti suoi, soprattutto quando le situazioni sono poco chiare ed è alta la probabilità di essere fregati. Così ho provato a capire se veniva fatto il mio nome o meno. No, io stavolta non c'entravo.... FIUuuuuuuu!
Dopo qualche minuto il BOSS e i suoi scagnozzi si sono spostati nella stanza dov'ero io. Mi sentivo circondata e non nascondo che ho temuto mi mettessero a giro, invece hanno continuato a sparare a zero su un mio amico, che più che mio amico è il mio nuovo compagno. Ma questo lo sappiamo noi due e basta (naturalmente lo hanno capito pure le scrivanie, ma noi neghiamo spudoratamente).
"Pirla, incapace, stronzo" e qui mi fermo. Sono andati avanti per un pò a parlare di lui, quando il BOSS sedendosi di fornte a me ha iniziato a dire "Io sono buono - non immaginate quanto!!! - ma se mi fanno girare le scatole so far molto male. Qui le persone devono stare MOOOOOLTO attente a quel che fanno. Non sanno io chi sono e cosa e chi ho alle mie spalle".
Io non alzavo la testa, e fingevo di cercare cose interessantissime nella borsa o su Google. So che non era un caso che fossero venuti a parlare nel mio ufficio...
Il BOSS è un uomo loschissimo. I soldi che entrano nelle tasche dei dipendenti (quando entrano) non si capisce dove li prenda. Leggende ruotano intorno alla sua figura: c'è chi dice sia milionario e giochi a fare l'imprenditore per pedere un pò di tempo. Chi dice che i soldi sono nascosti in Svizzera e tpornerà a prenderseli molto presto. Io so solo che è un essere orribile, che frega il prossimo senza ritegno, che in quei corridi in fila per un colloquio ho incrociato occhi disperati e senza anima... Eh si, perché l'anima l'ha comprata lui, con quei soldi sporchi.
Io lo so che devo saltar fuori dal Titanic, ma non ho ancora capito quant'è grande sto ICEBERG.... Forse la curiosità mi ucciderà, se sopravviverò all'impatto finirò con il sedere nell'acqua ghiacciata e mi si congeleranno le morroidi!
Ma questo più che un lavoro si sta trasformando in una Spy Story, se non mi pagano che per lo meno mi facciano divertire no?