martedì 18 novembre 2008

Aspettando l'iceberg

Parte prima
Domani mi licenziano. Lo so perche' l'uccellino me l'ha detto.
Non e' che mi dispiaccia poi tanto. Prima o poi l'avrei fatto io, ma con i tempi che corrono avrei preferito aspettare almeno dopo Natale. E invece...
Lascio la redazione, il mago e i truffaldini. Che luogo di matti. Il posto l'avevo trovato per culo (perdonatemi il francesismo). Un'amica stava scappando via e mi ha chiesto se avevo voglia di finire in un manicomio; visto che io ne ho frequentati diversi da quando ho deciso di trovare lavoro, ho detto PERCHE' NO. Dopo 2 giorni ero entrata a far parte della famiglia.
L'EDITORE. Un mostro. Panzuto e sdentato. Scatarrava ogni 5 minuti, tra una sigaretta e l'altra, e ad ogni colpo di tosse temevo mi collassasse davanti. Maro'! Quando parlava si mozzicava la lingua e sputacchiava sulla scrivania piena di cartacce. Provetteva grandi cose:era l'uomo della mia vita. Grazie a lui avrei conquistato la grande citta', viaggiato con i pezzi grossi in missione all'estero, scritto pagine e pagine di giornalismo, vestito Armani e cenato nei migliori ristoranti. Avremmo creato un bran bel gruppo di lavoro. Si noi, noi tutti.
L'UFFICIO. Pero', era bello: i mobili nuovi, due stampanti per stanza e con l'inchiosto a colori! E poi carta, tanta carta... fogli e fogli di carta. In un mobile la cancelleria: penne, matite, correttore, spillatrici, evidenziatori. Nella sala riunioni le tv al plasma sintonizzate sui tg nazionali. Due le macchine del caffe'... e le cialde non mancavano mai, sia per quello decaffeinato che per le tisane. I Pc nuovi con lo schermo piatto e nell'area grafici c'erano addirittura i Mac. Ero sul Titanic era evidente: l'esperienza (e le fregature) mi insegna che se un imprenditore spende tanti soldi o li ruba o non ti pagera' lo stipendio a fine mese. Che tristezza!

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