lunedì 24 novembre 2008

Principessa per un giorno


C'era una volta un tizio cresciuto nel lusso come un principe, il cui nonno era stato re e i genitori i signori della bottiglia. Io dovevo intervistrarlo: un duro lavoro ma qualcuno doveva pur farlo.
Prima di entrare nella camera (forse la stanza delle cerimonie, chissà) ho dato un'occhiata alla sua regalissima biografia. Imbarazzante. Si direbbe che tutto ciò che tocchi diventa sterco,
ma resta il fatto che è l'erede del regno dei puffi e bisogna portargli rispetto (lo dice il mio editore).
Avrei avuto davanti un principe in carne ed ossa, la mia occasione per vendermi al partito più partito che ci sia, io principessa delle principesse. Dovevo solo crederci, trovare gli argomenti giusti per sembrare abbastanza stupida e disponibile, ma soprattutto farlo sentire figo ed intelligente. Poi sarebbe stato mio!
Invece, non facevo altro che pensare a domande tipo:
1. Principe, ma principe de che?
2. Quanti soldi s'era imboscato suo nonno?
3. In casa veste in calzamaglia?
4. Dopo aver sposato la principessa e la favola finisce, lei va a prostitute? Con suo padre?
5. La cavalla, meglio bionda o mora?
6. Ha mai conosciuto Biancaneve? I sette nani, prima o dopo?
7. Quando si guarda allo specchio, cosa le dice?
8. Biondo naturale o tinto per motivi di copione?
9. Si commuove quando guarda Miss Italia?
10. Ha mai pensato di partecipare al concorso Mr Italia per provare l'ebrezza dell'incoronazione?
11. Quando incontra i reali veri, loro ridono?
12. E' vero che ha perso la poltrona in Parlamento, ma le hanno offerto il trono da Maria De Filippi?

13. E' vero che ha preteso pernottamento e pasti caldi ad un hotel che porta il nome di suo nonno?

Su dai, mi dico. Siamo qui per una cosa seria (?!). Allora metti da parte le domande intelligenti. E' divetato pure uno stilista adesso, mi sembra giusto trattarlo bene. Ha firmato una linea d'abbigliamento rispettabile, stile sobrio, buon cotone e colori discreti.
Si, vabbene, c'è quello stemma del casato che è un cazzotto negli occhi, ma.. Dai, per lui ha un valore affettivo, era del nonno, e prima ancora del bisnonno, e ancora del bis bis nonno, e del... ok ci siamo capiti. E' la sua copertina di Linus, senza lo stemma non dorme la notte, trema tutto, ha paura dei fantasmi.
Si muoveva nella sala come il principe del Lago dei Cigni, per intenderci: avanti e indietro, braccia tese e sorriso ebete. Dopo le domande di rito (come nasce l'idea, la collezione a cosa è ispirata, ecc ecc) mi son detta: adesso gli chiedo quello che gli italiani vorrebbero sapere.
"E' vero che la sua famiglia ha chiesto allo Stato italiano 250 milioni di euro per...." - lui ha arricciato il naso
, fossimo stati nel medioevo avrebbe già chiamato le guardie ed ordinato loro di farmi bruciare a testa in giù. Ma forse anche i reali hanno un Santo in paradiso e il suo telefono ha iniziato a squillare. "Scusa - mi dice - devo rispondere assolutamente". Ed è sgattaiolato via. Quando è tornato l'ho capito subito che non mi voleva più bene, glielo leggevo negli occhi...dove a caratteri cubitali c'era scritto : mi stavi pure simpatica, magari una botta te l'avrei pure data, ma dopo quella domanda... SPACE!
L'intervista è finita così, non mi ha nemmeno chiesto se gradivo un biscottino... un cordiale.... nulla.
Allora che ho capito che la mia occasione di diventare una principessa era persa, per sempre.


Torno al mio stagno... cra cra cra.


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